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Ocak, 2025 tarihine ait yayınlar gösteriliyor

Il Dio dell’Arte-7

 ARTEMIS  Quando si svegliò al mattino, Artemis si accorse di non ricordare granché. Era a letto da sola. L’unico pensiero che le tornava in mente era la faccenda del poliziotto a caccia di reperti d’arte. Pensò: “Se mi aggiro per la villa, forse trovo qualche indizio,” ma non riusciva neppure ad alzare la testa dal cuscino.   Poco dopo bussò Efil alla porta. Vedendola, ad Artemis tornarono alla memoria alcuni frammenti della sera precedente. Attese in silenzio che Efil reagisse, ma l’altra si limitò a sedersi accanto a lei, sul bordo del letto, senza parlare. Quando Artemis propose di fare colazione, Efil assunse un’aria seria, come se volesse far chiarezza su quanto accaduto tra loro.   «Prima di tutto, voglio che tu sappia quanto mi abbia reso felice ciò che è successo stanotte. Per me tu hai un posto speciale. Se avessi saputo che eri ancora vergine, avrei atteso un momento più… intimo.»   Artemis cominciò a ricordare meglio: «Quindi abbiamo… ...

Il Dio dell’Arte-6

 ARTEMIS   Artemis era frastornata: si era svegliata a causa di un messaggio inaspettato. Efil sarebbe passata a prenderla nel tardo pomeriggio per portarla alla villa del nonno di Pertev. Pare che Pertev l’avesse invitata a cena. Un uomo pericoloso, forse. Il giorno precedente lei gli aveva accennato di aver letto il manoscritto, e in quelle pagine erano racchiusi tutti i segreti della famiglia. Rivisitò mentalmente i brani su Pertev: narravano come il trauma di un dipinto raffigurante due uomini intenti a far l’amore l’avesse sconvolto e di come Musa gliel’avesse mostrato di proposito, salvo poi pentirsene. Era la sua maniera di vendicarsi del nonno di Pertev, che non aveva mai voluto ammettere: “È mio figlio.” Poiché Musa era cresciuto lontano dalla famiglia, benché fosse figlio di un uomo ricco e nobile, portava dentro di sé un’aggressività incontrollata, legata all’assenza di riconoscimento ufficiale, all’esclusione dall’eredità, all’incapacità di affrontare apertame...

Il Dio dell’Arte-5

ARTEMIS  La cucina era impregnata dell’odore delle erbe aromatiche. Artemis stava sperimentando nuove ricette salutari trovate su internet, decisa a concentrarsi su una dieta prevalentemente verde. Era determinata a limitare un po’ l’appetito e a ridurre i pasti a due al giorno, perché spendeva tutti i suoi soldi per il cibo. Tre pasti, più frutta, frutta secca e le solite pause tè-caffè prosciugavano in un lampo i suoi contanti. Meglio cucinare in casa e, se fosse uscita, portarsi dietro un panino. Istanbul, ultimamente, era carissima: con i soldi del pranzo per due persone, ormai riuscivi a malapena a bere un caffè da sola. Studiava arte, ma come ricavarne un guadagno concreto?   Accese il computer: aveva ricevuto un invito per un colloquio in una galleria d’arte. Ne fu felicissima. Certo, di questi tempi nessuno garantiva stipendio o contributi, ma, se fosse piaciuta, sarebbe potuta rimanere e, soprattutto, avrebbe imparato tantissimo. Rimpiangeva di non aver mai potut...

Il Dio dell’Arte-4

 ARTEMIS  Negli anni ’30, Istanbul non era ancora soffocata dal cemento. Il nonno di Pertev, intravedendo il futuro (o forse credendo di poterlo modellare a proprio vantaggio), fondò in città un’azienda che vendeva materiali da costruzione. Nei primi anni della Repubblica, avevano il sostegno dello Stato. Importare dall’estero era costosissimo, dunque serviva una produzione propria. Così individuarono in Anatolia il posto ideale dove aprire una cava di marmo. Scavarono la terra, scavarono le montagne, gli alberi circostanti dapprima sbiancarono, poi morirono e vennero abbattuti; i contadini non riuscivano più a respirare e alcuni abbandonarono i loro villaggi. Scomparvero anche le piogge, perché il nonno, nella sua brama di estrarre marmo, aveva reso la terra arida. Tuttavia, si considerava un uomo generoso: accolse uno a uno i contadini, offrendo loro lavoro. Così riuscì a trasformare quel suolo secco in una meta attraente per chi cercava un’occupazione. I bambini più svegli ...

Il Dio dell’Arte-3

ARTEMIS Artemis stava conversando con Musa già da un’ora intera. Lui le raccontava di aver frequentato, dalla scuola primaria fino all’ultimo anno di liceo, i collegi più prestigiosi del paese. Sua madre era una domestica, il padre un giardiniere. Ma Musa era rimasto orfano in tenera età. Le scuole d’élite, riservate agli allievi più brillanti, gli avevano fatto sostenere vari test e ne erano rimaste affascinate dall’intelligenza. La madre, pur di dargli la migliore istruzione possibile, aveva accettato di separarsene quando era ancora un bimbo, consegnandolo con una piccola valigia in mano a un istituto francofono. Crescendo, Musa sarebbe diventato francofono e questo, a suo dire, gli avrebbe spalancato ogni porta.   Artemis lo ascoltava come se fosse incantata e, per timidezza, quasi non gli faceva domande. Musa raccontò di aver proseguito gli studi universitari a Parigi, specializzandosi in Storia dell’Arte e conseguendo il dottorato. Tuttavia, invece di restare all’estero,...

Il Dio dell’Arte-2

ARTEMIS Artemis era felice nella biblioteca di Musa. Stava digitalizzando i manoscritti del professore, e durante le pause sfogliava brani di vari libri d’arte. Su tavolo, Musa aveva lasciato una pila di fogli spessa quanto una decina di volumi. Talvolta, mentre li trascriveva, Artemis avvertiva un leggero capogiro. Quando sentiva lo stomaco brontolare, la domestica georgiana di casa, Maya, le preparava pietanze tipiche della sua terra. Tuttavia, una sola porzione non bastava a saziarla.   Per volere di Musa, in quella casa vigeva la regola del pasto unico: un solo piatto, un’unica pentola, una volta al giorno. Persino Maya, se aveva fame, si rifugiava in camera sua per sgranocchiare qualche snack comprato al supermercato. Artemis, allora, iniziò a portarsi dei grossi panini da casa. Li divorava circa un’ora prima che Maya servisse la sua gustosa pietanza. Poi si sedeva a tavola con lei, scambiavano qualche chiacchiera davanti a un caffè. Maya, con il suo turco ancora incerto,...